Normativa sulle acque potabili: punti chiave sul nuovo D.Lgs. 102/2025
- Eko03

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Indice
Introduzione
Quali normative regolano oggi l’acqua potabile in Italia
Come è cambiata la normativa: dal D.Lgs. 18/2023 al D.Lgs. 102/2025
Cosa devono fare le aziende alimentari per adeguarsi
Punti chiave di attenzione per garantire conformità
Conseguenze per le aziende alimentari se non si adeguano
Conclusione
Introduzione
Se sei responsabile HACCP o gestisci un’azienda alimentare industriale, sai quanto l’acqua che entra nei processi produttivi – pulizia, lavaggio, preparazione, ingredienti – deve essere trattata come materia prima critica. In Italia è entrato in vigore il D.Lgs. 102/2025 (Decreto Legislativo 19 giugno 2025, n. 102), che apporta modifiche significative alla normativa precedente in materia di acque destinate al consumo umano, recependo la Direttiva (UE) 2020/2184.
Quali normative regolano oggi l’acqua potabile in Italia
Il quadro normativo italiano si basa su:
Il D.Lgs. 23 febbraio 2023, n. 18, che recepiva la Direttiva UE 2020/2184 e definiva la qualità delle acque destinate al consumo umano.
Il D.Lgs. 102/2025, che entra in vigore il 19 luglio 2025 e introduce disposizioni integrative e correttive rispetto al D.Lgs. 18/2023.
Gli Allegati tecnici (I-IX) rinnovati, che definiscono i valori di parametro, metodi di analisi, criteri di materiali a contatto.
Per un’azienda alimentare, ciò significa che l’acqua utilizzata nel processo produttivo – indipendentemente dal fatto che provenga da rete pubblica o da fonte propria – deve rispettare questi riferimenti e che l’attenzione normativa è elevata.

Come è cambiata la normativa: dal D.Lgs. 18/2023 al D.Lgs. 102/2025
Ecco un confronto pratico che evidenzia i cambiamenti più rilevanti per le imprese alimentari.
Principali cambiamenti
Definizioni e campo applicativo più ampio: nel D.Lgs. 102/2025 si amplia la nozione di “gestore idro-potabile” includendo operatori privati che si approvvigionano da fonti proprie.
Parametri più stringenti e nuovi contaminanti: il 102/2025 introduce limiti più severi per le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) e un nuovo parametro: l’acido trifluoroacetico (TFA) che dovrà essere monitorato.
Materiali a contatto (ReMaF) e controllo dei fornitori: maggiore rigore sui materiali, tubazioni, filtri, reagenti chimici che entrano in contatto con l’acqua potabile.
Autocontrollo e monitoraggio interno più stringenti: per edifici e strutture prioritarie, ma anche per aziende che usano acqua propria.
Tempistiche e transizioni definite: il decreto specifica scadenze – ad esempio il controllo obbligatorio del TFA a partire dal 13 gennaio 2027.
Normativa sulle acque potabili: tabella comparativa tra la normativa 2023 vs normativa 2025
Elemento | D.Lgs. 18/2023 | D.Lgs. 102/2025 | Implicazioni per aziende alimentari |
Campo applicativo | Principalmente gestori pubblici idrici | Include anche operatori con fonti proprie | Se avete pozzi o impianto interno siete soggetti alla normativa |
Nuovi contaminanti | PFAS introdotti in modo generale | PFAS limiti più severi + nuovo parametro TFA | Prevedere analisi aggiuntive e aggiornamento piano di analisi |
Materiali a contatto | Regole generali sulle tubazioni e filtri | Introduzione sistema ReMaF con valutazioni e scadenze | Verificare fornitori e materiali, aggiornare documentazione |
Autocontrollo | Piani generali di autocontrollo | Autocontrolli potenziati, edifici/industrie prioritarie | Integrare autocontrollo acqua nei processi aziendali HACCP |
Allegati tecnici | Versione iniziale allegati I-IX | Allegati riformulati in base alle modifiche | Necessario adeguare i parametri tecnici ai nuovi allegati |
Tempistiche | Non ci sono scadenze specifiche | Date definite (es. TFA dal 13/1/2027) | Pianificare adeguamento su tempi certi |
Cosa devono fare le aziende alimentari per adeguarsi
Ecco una guida operativa (step-by-step) per aziende alimentari che vogliono allinearsi alla normativa sulle acque potabili.
1. Mappatura dell’acqua nel processo produttivo
Identifica tutte le fonti d’acqua: rete pubblica, pozzo privato, serbatoi, acqua riciclata.
Individua i punti in cui l’acqua è utilizzata: come ingrediente, per lavaggio attrezzature, per trattamento termico, per raffreddamento, per igiene ambientale.
Valuta se l’azienda agisce come “gestore idro-potabile” (se usa fonte propria) e pertanto ha obblighi quali un piccolo gestore idrico.
2. Analisi iniziale e piano analitico aggiornato
Esegui un’analisi dell’acqua con parametri microbiologici e chimici secondo gli allegati del decreto, nonché per la Legionella.
Considera l’inclusione dei nuovi parametri (es. TFA, PFAS aggiornati) secondo il D.Lgs. 102/2025, verificando la reale assoggettabilità a tali parametri
Definisci un piano analitico periodico: frequenza, punti di campionamento, responsabilità aziendale.
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3. Verifica dei materiali e della catena fornitori
Controlla che tubazioni, serbatoi, filtri, dispositivi contro contaminanti (es. per PFAS) siano conformi ai requisiti ReMaF.
Richiedi schede tecniche e dichiarazioni di conformità dai fornitori dei materiali a contatto con l’acqua.
Prepara un inventario aggiornato dei materiali a contatto con l’acqua e valuta se sono in scadenza normativa o transitoria.
4. Aggiornamento del Piano di Sicurezza dell’Acqua (PSA) e integrazione HACCP
Rivedi o redigi il PSA: mappa dei rischi legati all’acqua, punti critici, misure preventive, monitoraggio.
Integra il PSA all’interno del tuo piano HACCP: l’acqua diventa una materia prima/processo e va gestita come tale.
Prevedi informazione del personale sull’importanza dell’acqua conforme e sulla documentazione richiesta.
5. Documentazione, reportistica e controlli interni
Mantieni registri di analisi, manutenzione impianti, sostituzione materiali e verifiche periodiche.
Prepara il sistema di autocontrollo interno in linea con il decreto: per esempio per edifici o aziende alimentari che rientrano nel “settore prioritario”.
Verifica se è necessario comunicare dati al sistema informativo nazionale (es. Anagrafe Territoriale delle Acque – AnTeA).
6. Pianificazione delle scadenze e fasi transitorie
Considera che alcuni obblighi sono immediati (dal 19 luglio 2025) e altri hanno transizioni (es. TFA dal 13 gennaio 2027).
Programma un piano di adeguamento progressivo per evitare emergenze all’ultimo minuto.
Identifica budget, risorse, responsabilità interne e partner esterni (laboratori, fornitori materiali).
Punti chiave di attenzione per garantire conformità
Per essere sicuro che la tua azienda alimentare sia allineata, fai particolare attenzione ai seguenti punti:
Fonte propria di acqua: se hai un pozzo o un impianto interno, ricorda che la normativa ora ti include come “gestore idro-potabile”.
Contaminanti emergenti: i PFAS e il TFA sono soggetti a limiti più rigidi; i laboratori devono essere abilitati a queste analisi.
Materiali a contatto con l’acqua: ogni tubazione, filtro, serbatoio, sistema di dosaggio reagenti va verificato e documentato.
Documentazione di processo: non basta fare ma anche poter dimostrare (analisi, dichiarazioni fornitori, manutenzione).
Integrazione nell’HACCP: l’acqua non è più solo utilità, è un elemento del processo potenzialmente critico; va gestita come tale.
Tempistiche da rispettare: alcune novità entrano subito, altre con scadenze precise; un mancato rispetto può comportare sanzioni.
Comunicazione e tracciabilità: dati, analisi, materiali, fornitori: tutto deve essere tracciabile e disponibile in caso di audit.
Conseguenze per le aziende alimentari se non si adeguano
Il non adeguamento alla normativa sulle acque potabili può comportare rischi operativi, legali e commerciali importanti:
Sanzioni amministrative: le autorità competenti possono intervenire in caso di non conformità.
Blocco produzione o richiamo prodotto: se l’acqua non è conforme, ciò può compromettere l’intero ciclo produttivo alimentare.
Responsabilità verso la salute dei consumatori: l’acqua entra in contatto con alimenti o attrezzature – un’acqua contaminata può essere veicolo di contaminazione di prodotto.
Perdita di certificazioni o fiducia clienti: per aziende alimentari che operano su mercati regolamentati o con certificazioni, la non conformità può danneggiare la reputazione.
Costi imprevisti: adeguamenti urgenti, sostituzione materiali non conformi, analisi straordinarie: tutti costi addizionali.
Rischio di audit negativo: in fase di controllo HACCP, l’acqua potabile e la sua gestione diventano tema di verifica.
Conclusione
In sintesi, il D.Lgs. 102/2025 rappresenta un’evoluzione importante nella gestione dell’acqua potabile: introduce nuovi parametri, amplia gli obblighi per le aziende alimentari e impone un controllo più rigoroso su materiali, analisi e documentazione.
Per restare conformi è necessario aggiornare i propri processi, integrare la gestione dell’acqua nel sistema HACCP e pianificare verifiche regolari.
Se la tua azienda alimentare vuole adeguarsi correttamente alla nuova normativa sulle acque potabili, contattaci: da anni accompagniamo le imprese del settore nel rispetto delle normative HACCP e nelle analisi dell’acqua potabile, con soluzioni personalizzate e pienamente conformi al D.Lgs. 102/2025.



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